Wednesday, March 25, 2009

Viola

I tuoi colori ormai sono viola, giallo, un po’ di nero e un po’ di bianco. Ma principalmente viola. Eliana viola. Il bianco era già tuo in vita, ma i capelli ossigenati magari erano più in ordine. Le settimane nel bosco non hanno giovato. Ma io riesco a immaginarli. Quelli di Marilyn. Ti facevano da nuvola intorno alla faccia.
Gli altri colori non so, forse. Il viola del livido fresco, il giallo di quello vecchio, non so se avevi i lividi. Magari quando non portavi a casa abbastanza bigliettoni a fine serata. Perché so che mestiere facevi Eliana, non c’è altro modo per finire in un bosco non cercata e trovata solo per caso.
Ma non ti giudico. Inerme e senza difesa allora come sei adesso. Ti ho chiamato Eliana, ma magari presto verrà qualcuno dalla questura e mi dirà che ti chiamavi Olga, o Tatiana. Russa, rumena, ucraina, forse italiana.
Ti piace il nome Eliana? Sono qui da solo, sai. Gli altri non vogliono, verranno solo quando c’è da portarti di là, nella sala del dottore. Non ti farà del male, Eliana, non ti preoccupare. Ti metterà le mani addosso e ti squarterà un po’, ma è per te, per aiutarti. Le sue sono carezze, un dialogo. Non puoi raccontarci cosa ti hanno fatto, ma lui saprà dirci cos’è successo Eli, ascolterà il tuo corpo.
Noi due siamo gli unici a chi non fai senso, noi vediamo oltre. Le tue gambe ora saranno viole, ma io vedo come sono ancora belle, lunghe e snelle. Troppo belle per stare a fianco di una strada lungo un bosco-discarica. Le tue mani ormai sono nere, ma io vedo la loro grazia. Mani che dovevano accarezzare una faccia amata, non fare cose oscene per dei bigliettoni. La tua faccia non la leggo bene Eli, quanti anni hai? Neanche trenta, vero? Occhi spalancati, sorpresi, occhi che hanno visto di tutti i colori, ormai sfere gialle che fuoriescono dai loro orbiti. Troppo scioccati dalla vita per chiudersi, vero? Non ti preoccupare Eli, ho visto abbastanza occhi vivi per sapere che i tuoi, che ora fanno abbassare lo sguardo persino di quelli della scientifica, erano bellissimi.
Vorrei chiuderti la bocca, Eliana, per evitare che ti casca la lingua. E’ sgraziata, quella cosa, e mi dispiace. Vorrei ricomporla per il dottore. Ma non ti preoccupare, lui ti guarderà in bocca, come dal dentista, non ti farà male, e poi mi lascerà chiuderla. Sa che ci tengo a curarti, a curare tutti voi. Lui è una brava persona, mi lascia prendermi cura di voi, che gli altri a volte non vogliono.
Viola.
Violata.
Violentata.
Dormi Eliana, ti curo io.
Dormi Eliana, non ti lascerò sola.

1 comment:

Carlo Molinaro said...

Mi hai fatto piangere. Va bene. Un abbraccio.